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Dipendenze patologiche ed EMDR: a Fermo la presentazione di una ricerca

Approfondimenti e riflessioni rispetto al contributo del protocollo EMDR nella cura delle dipendenze patologiche.

Lo scorso 12 maggio si è tenuto a Fermo, all’interno della comunità di Capodarco, il congresso dal titolo “EMDR* e dipendenze patologiche: esperienze terapeutiche a confronto”.

Il convegno si è articolato in due momenti fondamentali: la mattina si è svolta la relazione della dottoressa Isabel Fernandez, psicologa psicoterapeuta, docente in varie scuole di psicoterapia e in corsi di specializzazione nell’emergenza, in psicologia clinica e delle organizzazioni nonché Presidente di EMDR Italia ed EMDR Europa che nella sua relazione ha illustrato le basi fondanti del protocollo EMDR e le dipendenze così come vengono viste anche dal DSM V e le origini spesso traumatiche che ne sono alla base.
Il pomeriggio, invece, è stato dedicato alle esperienze sul campo, con la presentazione della ricerca svolta all’interno della comunità terapeutica residenziale l’Arcobaleno circa l’applicazione del protocollo, illustrati dalla dott.ssa Teresa Antonelli, direttrice terapeutica della comunità, e tutti i dati della ricerca che l’esperienza in regime ambulatoriale, svolta da parte della dott.ssa Micaela Barnato, psicologa e psicoterapeuta, supervisore clinico di Dianova e coordinatrice della ricerca per EMDR Italia e dalla dott.ssa Antonella Cardia, responsabile del Ser.D di Limbiate e dott.ssa Carolina Raho, psicologa e psicoterapeuta del Ser.D di Limbiate.

E’ stato un momento molto importante per il confronto tra professionisti del settore e ricco di riflessioni ed esperienze cliniche a confronto che ha segnato un importante passo avanti verso la ricerca in questo campo che, purtroppo, non è ancora molto sviluppata.

*L’EMDR (eye movement desensitization and reprocessing) è un protocollo clinico costituito da procedure strutturate, riconosciuto come trattamento d’elezione per il disturbo post-traumatico da stress (ptsd). Esso fonda le sue radici nell’aip (adaptive information processing) e si basa sull’ipotesi che un evento traumatico blocchi il processo innato del cervello di elaborazione dell’informazione, congelando le informazioni, così come le emozioni e le sensazioni fisiche legate al trauma, in una forma frammentata e non integrata.

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